In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare.
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
Un'antichissima tradizione liturgica collega il ricordo del Battesimo del Signore con l'Epifania; il battesimo è, infatti, una vera e propria epifania della missione di Gesù come inviato di Dio, Figlio amatissimo in cui il Padre ha riversato la sua compiacenza.
Gesù viene a rivelare il volto autentico di Dio: accoglierlo significa ricordare e capire che non dobbiamo pensare Dio come vogliamo noi, secondo la nostra immaginazione o solo attraverso la nostra ricerca personale. Dio è come me lo mostrerà Gesù nelle sue parole e nelle sue azioni. Dai cieli aperti scende anche lo Spirito: se vogliamo veramente sapere quale aspetto assume una vita condotta dallo Spirito non dobbiamo far altro che contemplare, e imitare, l'agire di Gesù.
Gesù non viene a manifestare il volto di un Dio che esprime la sua santità nella distanza, nella separatezza, quanto piuttosto di un Dio che si immerge nella vicenda umana, a partire dai suoi aspetti più critici: nonostante le obiezioni del Battista, Gesù si colloca tra i peccatori, ne sperimenta l'itinerario, ne condivide in qualche modo il destino, ne assume consapevolmente la compagnia.
Lo Spirito, in questo senso, non conduce il discepolo in un luogo "altro" rispetto a quello della vita del popolo, anche là dove si palesano delle fragilità. Lo Spirito accompagna ciascuno a
immergersi nella vita ordinaria, a non scandalizzarci dei limiti propri e altrui, a condividere il peso di questi limiti in attesa di un loro superamento. Lo Spirito non allontana, non collega
santità e separazione, ma offre un volto nuovo e intensissimo alla solidarietà fraterna.
Questo è il modo che Dio sceglie per manifestarsi, lasciando così, sin da subito, intuire lo scandalo che il parlare e l'agire di Gesù susciteranno tra i suoi contemporanei.
Eppure, la voce dal cielo viene e scende per confermare tale atteggiamento del Figlio, dell'inviato.
Inoltre, Matteo suggerisce una corrispondenza tra la scena inaugurale e quella finale del Vangelo, dove le ultime parole di Gesù sono dedicate all'annuncio del Vangelo e al battesimo come mezzo
ordinario per costituire un uomo come discepolo: «Fate mie discepole tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,19). È evidente che c'è una forte
differenza tra il battesimo di Giovanni e quello destinato da Gesù ai discepoli, in quanto il primo è un «battesimo di penitenza», mentre il secondo introduce nella sequela di Gesù.
Tuttavia non deve sfuggire, nella redazione matteana, il riferimento trinitario che accomuna i due momenti e che diventa la caratteristica del battesimo cristiano. Il discepolo è colui che viene
"immerso" in una vita segnata dal rapporto con la Trinità, secondo quanto ha insegnato tutto il cammino del Vangelo incluso tra il battesimo di Gesù stesso e la sua consegna del battesimo agli
Undici sul monte alto di Galilea: con il battesimo si entra nella vita di Gesù, si accoglie il Dio da lui manifestato, ci si lascia condurre dal suo Spirito.
Osservo e sottolineo gli elementi le parole che mi appaiono più dense di significato, i personaggi, i movimenti, i luoghi, i titoli dati a Gesù… Ne colgo il significato o le difficoltà per noi.
Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento
Riprendo il testo e cerco di cogliere quale parola il Signore dice a me, al mio cammino di fede, al cammino della Chiesa oggi.
Queste parole rivolte a Gesù, cosi tenere e piene di affetto, sono rivolte a tutti noi, suoi discepoli, che abbiamo ricevuto il battesimo di Gesù.
Mi piace pensare questa frase diretta anche a ciascuno di noi.
vanessa (domenica, 08 gennaio 2017 02:02)
Pensare che Gesù si metta ai miei livelli, che vuole farsi battezzare è come dire che anche lui è umano.
Non è un essere incorporeo che mi guarda dall'alto ma una persona che potrebbe sbagliare, avere dei sentimenti negativi, come l'invidia, la gelosia e l'avarizia, proprio come me.
E come me tutta l'umanità dovrebbe avere questo conforto; purtroppo conoscendo la razza umana potrebbe questo dare adito a scappatoie morali. Personalmente mi auguro che questa umanità di Gesù possa
far crescere in ognuno il senso di fraternità, altruismo, reciprocità così da poter rendere questa nostra vita terrena migliore.
mirko (giovedì, 05 gennaio 2017 16:46)
per farsi battezzare...per nascere....per morire....per salvarci......Gesù viene da noi....non ci chiede nulla....viene da noi! non dobbiamo fare nessuno sforzo per andare a cercarlo...viene lui....dobbiamo solo vederlo...e se vogliamo, accoglierlo....non è difficile. proviamoci
Comincio a rispondere alla Parola che il Signore mi ha rivolto.
Grazie Signore di aver riposto il tuo compiacimento in ognuno di noi, così fragili e peccatori. Aiutaci e entrare sempre più nella tua vita e seguire il Tuo figlio prediletto per saper discernere ciò che lo Spirito ci chiede oggi per essere tuoi discepoli.
vanessa (domenica, 08 gennaio 2017 02:02)
Gesù ti sei fatto battezzare per essere come noi, aiutaci a capire che anche noi possiamo aspirare ad essere umani e buoni come te
mirko (giovedì, 05 gennaio 2017 16:46)
vieni Signore Gesù, vieni sempre da noi!!
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vanessa (domenica, 08 gennaio 2017 02:02)
sono io che ho bisogno di essere battezzato da Te
mirko (giovedì, 05 gennaio 2017 16:30)
e tu vieni da me