LECTIO CONDIVISA   7 GENNAIO 2018

BATTESIMO DEL SIGNORE


+Dal Vangelo secondo Marco (1,7-11)

In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. lo vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall'acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento».


«Tu sei il Figlio mio, l'amato, in te ho posto il mio compiacimento» (Mc 1,11). Non si è mai udita una dichiarazione d'amore così ricca di stima, proferita da un padre nei riguardi del  proprio figlio! Eppure ci meraviglia tantissimo un'espressione follemente umana posta dall'evangelista Marco sulle labbra del Padre verso il Figlio unigenito, Gesù.

Non possiamo che riconoscerci tutti, in quanto figli, in questo sguardo del Padre che si compiace nel Figlio. È pur sempre lo sguardo di un padre che, carico di tenerissima fierezza, riporta ogni figlio al tempo in cui da bambino percepiva l'amore paterno che accompagnava la quotidiana crescita dell'uomo che doveva poi divenire. Cosa si nascondeva nell'intreccio di quegli sguardi! Quanto amore si veicolava per invogliare ad essere responsabile e custode del dono della vita nella società civile, nell'esperienza professionale, nel servizio ecclesiale! Non si può dimenticare che, proprio mentre si giocava a scoprire la vita con l'entusiasmo dei primi passi, l'amore che si compiaceva sempre più della crescita dei figli si perdeva nell'oceano di domande e di sogni sul futuro "buono" di un'esistenza proiettata verso un domani dai contorni poco chiari.

Quando un figlio viene alla luce del mondo, trasporta con sé un carico innumerevole di promesse, di progetti e di superlative avventure tese tutte a una piena e felice realizzazione. Tutto è affidato non a un futuro illusorio, ma alla carica progettuale di un divino disegno nascosto nel nome che ogni genitore con sano orgoglio pronuncia per il proprio figlio nel  giorno del battesimo. Un nome scelto e voluto per racchiudere una progettualità esistenziale, che solo il Padre conosce per ogni figlio "immerso" nel Figlio. Ogni genitore, lungo la storia, si identifica nell'immagine e nella somiglianza di quel Padre modello e sorgente di ogni genitorialità. Nell'amore che il genitore nutre per il figlio si conosce e si manifesta l'amore compiacente del Padre. Ogni figlio, così inserito in questo circuito amoroso, diviene nella vicenda storica "figlio amato", per affratellare l'umanità sgretolata nell'isolamento e per condurre ogni sguardo smarrito sotto l'unico sguardo ristabilizzante del Padre.

Vivere da figli di un Padre misericordioso, accoglierci come fratelli e sorelle: è questo il senso semplice del nostro battesimo. Amati e perdonati, siamo chiamati a fare del nostro meglio per lasciare questo mondo un po' migliore di come l'abbiamo trovato

Lectio

 Osservo e sottolineo gli elementi le parole che mi appaiono più dense di significato, i personaggi, i movimenti, i luoghi, i titoli dati a Gesù… Ne colgo il significato o le difficoltà per  noi.


Condivido ciò che ho sottolineato:

E venne una voce dal cielo:” Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”.

 

Gesù , come ogni uomo, si presenta al battesimo di conversione e condivide con umiltà la condizione di peccatore. La voce del Padre, rivolgendosi direttamente al Figlio, lo proclama subito innocente, e ne mette in risalto la natura divina.

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  • #1

    m (venerdì, 05 gennaio 2018 10:37)

    io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali

Meditatio

Riprendo il testo e cerco di cogliere quale parola il Signore dice a me, al mio cammino di fede, al cammino della Chiesa oggi.

 


Condivido come questo testo nutre o interroga la mia fede:

In questo passo il Padre dichiara il suo amore per il Figlio. Sappiamo che pur amandolo così tanto, lo sacrificherà per salvare noi. Quindi anche noi siamo amati. Nella logica dell’amore, come dice anche il poeta “amor ch’a nullo amato amar perdona” anche noi siamo chiamati all’amore e concretamente ad amare il Padre, i nostri fratelli e il creato tutto

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  • #1

    m (venerdì, 05 gennaio 2018 10:40)

    quante volte ci sentiamo onnipotenti, in dovere di giudicare e di dare e dire la "verità".
    se Giovanni ,proclamato da Gesù il più grande dei figli dell'uomo, si umilia parlando di Lui, noi possiamo solo pregare

Oratio

Comincio a rispondere alla Parola che il Signore mi ha rivolto.

 

 


Condivido una o due espressioni della mia preghiera:

 Signore, aiutaci a ricordare che in ognuno dei nostri fratelli ci sei Tu. Rendici capaci di amare e di condividere i doni che ci hai dato.

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  • #1

    MIRKO (venerdì, 05 gennaio 2018 10:40)

    mandaci o Signore il tuo Santo Spirito